sabato 30 giugno 2018

TANTI AUGURI A ME! (Meravigliosa creatura)

Nel giorno del mio compleanno io decido che: brindo. Sì,  brindo forte alla vita, che è meravigliosa. E che è Adesso, come mi scrisse Monica un pò di compleanni fa. Ora ho compreso. Come mi ha ricordato un ammiratore poco fa al telefono: cogli l'attimo, è ora. Nè prima nè dopo.  Assaporala stà vita.  Brindo ai meravigliosi occhi che mi guarderanno e alle mani  calde che mi prenderanno.
Brindo alla mia amica di un tempo di strega che fu..mi disse di non essere triste per il tempo che passava, ma di  essere felice di viverlo, quel tempo.
Brindo a chi mi ha voluto e non mi ha avuto. A chi ci ha provato perseverando a chi invece si è lasciato sfuggire il piacere.
Brindo a chi ha incrociato il mio cammino, alle ex amiche stronze che hanno dimostrato con i fatti la loro natura ,  mentre con le parole parevano angeli.  Grazie di aver fatto spazio.
Brindo a chi può ristorarsi con un mio sorriso, ascoltare un mio consiglio e ridere con me magicamente.
Brindo alla mia famiglia che di me conosce anche le ombre e sa  amarmi così,  completamente. Come sto imparando io, finalmente.
Brindo a me, che sono una meraviglia, lo sono sempre stata, ma dovevo saperlo !!!!
Tanti auguri a me!❤

mercoledì 27 giugno 2018

DENTRO AI TUOI OCCHI... dentro la mia mente..


E poi succede che arrivano due occhi neri a riportarti in superficie. Due fottuti occhi neri che ti fissano. Lì, fermi.  Per te, che sei scesa giù giù,  nelle profonde caverne di te stessa e che adesso ci stavi quasi bene...con tutti i perché,i "come ho potuto" e i "maledizione ,avrei potuto" .. per te...quegli occhi ora sono il delirio. È che diciamolo...te li sei cercati...Lì hai sfidati tu, quegli occhi neri, per giocare. Per vedere fino a che punto sei ancora capace , se ne hai ancora voglia.

E ora, eccoli lì. Piantati nella seconda mente...quella che apparteneva a lui, senza pace.
Due occhi neri. Due fottuti occhi neri che ti promettono il paradiso.

giovedì 21 giugno 2018

IL NONNO CHE "VOLA"

Io me la ricordo mia zia che cacciava via mio nonno da casa.
Il nonno che vola, lo chiamava mio padre. Un modo ironico per trasmetterci il senso del suo stato di padre e nonno assente.  O forse, il suo modo per definire una cosa che gli faceva male. Mio nonno aveva abbandonato la famiglia. Mio padre e le sue sorelle, due. Le mie zie. E una moglie , mia nonna.  Li aveva abbandonati che eran piccini, per un'altra donna , a cui seguirono altri figli. Mio nonno aveva due famiglie. Inutile dire che della prima, si è completamente disinteressato per una vita. Fino all' 'episodio in cui mia zia , la prima figlia di primo letto( ho sempre odiato questa espressione.. E ora la uso! Che strano!) lo cacciò di casa malamente.  Ho una immagine precisa nella mente, forse perché mi ero affacciata alla porta, curiosa..(avevo all'incirca 6anni) , mia zia sull'uscio ,probabilmente imprecava sull'eterna assenza del padre..E mio nonno , con il capo chino, scendeva quelle 66 scale. 3 piani. 3 rampe di 22 scale enormi ognuna.
Di lì a poco mio nonno lasciò questa vita. Ricordo l'annuncio, breve, di questo estraneo ormai "in cielo" e la spartizione della piccola eredità.  Parlavano piano, i grandi, sottovoce la mattina presto, sottovoce dopo questa scomparsa. Ricordo la zia categorica, ferma sulla sua decisione di aver rifiutato il padre che la rifiutò. Quanto male deve aver fatto!  Nessuna lacrima  ricordo sui loro visi. Solo tanta amarezza. E la fermezza che le cose di famiglia restano in famiglia.
Parlava poco di questo nonno, mio padre. Le uniche cose che so, sono che aveva vissuto in Tunisia, parlava l'arabo e il francese e che per un periodo fece il croupier in Svezia. E una foto, in cui appariva magro e scuro. Punto.
Non so perché mi sia tornato in mente il nonno "che vola".Di fatto, non so nemmeno se mi avesse mai abbracciata, in vita sua. Era ed è una figura totalmente remota, in famiglia. So che le ferite che lui ha procurato, hanno fatto molto male al mio papà,  ma pur non avendo mai avuto una figura paterna di riferimento, lui per noi figli è stato il padre per antonomasia. 
Questo  a testimonianza che il ruolo di genitore viene dal cuore, nessun altro può insegnartelo.
Forse, nel profondo, tutto questo vuole solo essere un atto di amore per il mio papà,  che continua ad abitare il mio cuore tutti i giorni. ❤

martedì 5 giugno 2018

OGGI SONO IO

I giorni scorrono ed io mi osservo: da fuori, come se a osservare non fossi io , ma un'altra me. O un'altra, addirittura!  Un'estranea. Mi osservo respirare...E noto che il più delle volte la mia è un emissione lunga, che tradisce tanta ansia. ...Mi osservo nel mondo.. a volte  cammino come se volessi evitare le persone, altre mi immergo nei tanti che incrociano il cammino . A volte il silenzio assale questa me che osservo..altre noto la voglia sfrenata di parlare, ascoltare e parlare ancora. Mi osservo mangiare: a volte senza pensare, senza fame, altre osservando i colori ,Le forme, gli odori del cibo.
Osservo come sono le reazioni di questa me di sempre,  di fronte a ciò che per una vita mi irritava:  vedo come e quando mi arrabbio. Osservo le delusioni, le offese. Noto che i tempi di ripresa da ciò che "non mi piaceva"sono sempre più corti. Vivaddio!
Mi sono osservata persino con gli uomini, laddove credevo di essere chiusa e scostante, mi scopro di essere tutt'altro. Audace per esempio.
Tutto ciò  che credevo di me, pare stia scomparendo. E la domanda a cui prima non sapevo rispondere, al "chi sono, allora, Io?" non ha più importanza.
Sono l'Anima che attraverso le narici respira e annusa il profumo nell'aria, di sera, quando la luna cala e il cinguettìo si acquieta. Profumo di gelsomino, forse mi riporti a qualcosa che fu.
Sono l'Anima che attraverso gli occhi,  si pacifica davanti al verde dell'albero o al tramonto che colora il cielo. Sono l'anima che attraverso l'udito si pacifica con il vento che sposta le foglie, la pioggia che batte incessante sulla terra..il suono è lieve ma melodioso. Sono quella parte di me che sa. Sono una parte unita ad un'altra che la reclama a sè e l'attrae.
Finalmente sento di essere.. senza fare.
Buona camicia.